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UNA BELLISSIMA STORIA

10.10.2013 21:13

Questa è la storia.

Una madre esemplare, una donna forte mamma Rosa, coi suoi capelli bianchi,  con la lucidità e  il senso  pratico che una vita non facile le ha fatto conquistare. Adotta  il piccolo A. nel 1969, quando lui  ha  tre anni, trascorsi  nel brefotrofio dell’’Annunziata. Dopo qualche tempo rimane vedova e deve rimboccarsi le maniche per tirare su la sua piccola famiglia.

 

 A. è un bambino pronto e vivacissimo, difficile da tenere fermo, soprattutto per un madre senza alcun supporto, ma lei lo ama profondamente, e  lo cresce  con rigore e disciplina, frenandone le intemperanze,ed educandolo ai valori e ai buoni sentimenti.  Fa studiare il ragazzo, che acquisisce una buona professione, si  sposa, ha due  figli, oggi adolescenti.

Finchè un giorno  mamma Rosa lo chiama e glielo dice – Sono anziana, ormai, voglio   che tu sappia che non sei il mio figlio naturale, ma ti ho adottato- A. ride  perché non ci  crede, ma  lei insiste,  si commuove….. A. comincia a dubitare….. la moglie glielo  conferma: lei, come tanti,  lo sapeva da sempre. Ma mamma Rosa dice molto di più - Il nome  di tua  madre  è  Anna S.  E nata a B. tra  nel ’42.  Sai, avevo trascritto tutte le informazioni, poi ho strappato  ogni cosa. Comunque ricordo benissimo i particolari  ed è  ora che anche  tu  li conosca.-

A.  si mette  immediatamente alla ricerca e, nel giro di qualche giorno rintraccia la madre naturale  e  contatta una sorella:  la  prima  reazione è incredula.......

 Ma, dopo due giorni lei  lo richiama  e lo informa di aver  parlato con la madre, che si è confusa e commossa.-  Si’, è tutto VERO!-  L'ho ha   ammesso balbettando, con gli occhi bassi. -Ti vorrebbe subito  vedere  ma tu…..  non l' offenderai vero?-

- Chi io?- Sorride A.  Se non  l'avessi avuta nel cuore non l' avrei cercata....

 

 E così lui  si presenta con un grosso mazzo di  fiori colorati - mamma sono per te-

Sono per questa donna, che lui  ha sentito immediatamente il desiderio di chiamare mamma,  una donna  che ha molto sofferto, anche lei con un destino simile, abbandonata e cresciuta nello stesso istituto del figlio, fino all’età di 19 anni, quando le viene trovato un lavoro all’esterno, dove qualcuno non tarda ad approfittare della sua ingenuità. Le fanno pressioni fortissime affinché si liberi del bambino e lei rimane con quella cicatrice dell’anima, quel ricordo incancellabile eppure gelosamente custodito anche agli occhi di quella che sarà poi  la sua  felice famiglia. - Sai A.,ti ho pensato tutta la vita  e adesso voglio dire grazie a mamma Rosa per tutto quello che  ha fatto per te, e per me"

E così le  due donne si  incontrano, e senza tante parole si stringono la mano.   Insieme a  loro  ci sono le  figlie di S. e  i figli di   A. che, con grande semplicità, chiama mamma entrambe e, intanto, gli sorridono gli occhi.

Tutti  sentono che stanno vivendo una vicenda  speciale, difficile anche da descrivere, tante sono le sfaccettature emotive che la compongono, eppure  quella che da queste pagine chiamiamo talvolta  la ”triade adottiva”, qui sembra essersi ricomposta seguendo una logica  naturale e  istintiva,  lontana da  grandi discorsi,  da  fazioni e partiti, da   posizioni ideologizzate, da  domande inutili…….

Questa storia  è stata  resa possibile  soltanto da due donne coraggiose e piene d' amore: l’una che non ha avuto  paura di non essere più considerata Madre, l’altra che  ha trovato  la forza di superare mezzo secolo di segreti per poter ridiventare Madre.

   Di uno stesso figlio, sincero, speciale e determinato.