Questa è la storia.
Una madre esemplare, una donna forte mamma Rosa, coi suoi capelli bianchi, con la lucidità e il senso pratico che una vita non facile le ha fatto conquistare. Adotta il piccolo A. nel 1969, quando lui ha tre anni, trascorsi nel brefotrofio dell’’Annunziata. Dopo qualche tempo rimane vedova e deve rimboccarsi le maniche per tirare su la sua piccola famiglia.
A. è un bambino pronto e vivacissimo, difficile da tenere fermo, soprattutto per un madre senza alcun supporto, ma lei lo ama profondamente, e lo cresce con rigore e disciplina, frenandone le intemperanze,ed educandolo ai valori e ai buoni sentimenti. Fa studiare il ragazzo, che acquisisce una buona professione, si sposa, ha due figli, oggi adolescenti.
Finchè un giorno mamma Rosa lo chiama e glielo dice – Sono anziana, ormai, voglio che tu sappia che non sei il mio figlio naturale, ma ti ho adottato- A. ride perché non ci crede, ma lei insiste, si commuove….. A. comincia a dubitare….. la moglie glielo conferma: lei, come tanti, lo sapeva da sempre. Ma mamma Rosa dice molto di più - Il nome di tua madre è Anna S. E nata a B. tra nel ’42. Sai, avevo trascritto tutte le informazioni, poi ho strappato ogni cosa. Comunque ricordo benissimo i particolari ed è ora che anche tu li conosca.-
A. si mette immediatamente alla ricerca e, nel giro di qualche giorno rintraccia la madre naturale e contatta una sorella: la prima reazione è incredula.......
Ma, dopo due giorni lei lo richiama e lo informa di aver parlato con la madre, che si è confusa e commossa.- Si’, è tutto VERO!- L'ho ha ammesso balbettando, con gli occhi bassi. -Ti vorrebbe subito vedere ma tu….. non l' offenderai vero?-
- Chi io?- Sorride A. Se non l'avessi avuta nel cuore non l' avrei cercata....
E così lui si presenta con un grosso mazzo di fiori colorati - mamma sono per te-
Sono per questa donna, che lui ha sentito immediatamente il desiderio di chiamare mamma, una donna che ha molto sofferto, anche lei con un destino simile, abbandonata e cresciuta nello stesso istituto del figlio, fino all’età di 19 anni, quando le viene trovato un lavoro all’esterno, dove qualcuno non tarda ad approfittare della sua ingenuità. Le fanno pressioni fortissime affinché si liberi del bambino e lei rimane con quella cicatrice dell’anima, quel ricordo incancellabile eppure gelosamente custodito anche agli occhi di quella che sarà poi la sua felice famiglia. - Sai A.,ti ho pensato tutta la vita e adesso voglio dire grazie a mamma Rosa per tutto quello che ha fatto per te, e per me"
E così le due donne si incontrano, e senza tante parole si stringono la mano. Insieme a loro ci sono le figlie di S. e i figli di A. che, con grande semplicità, chiama mamma entrambe e, intanto, gli sorridono gli occhi.
Tutti sentono che stanno vivendo una vicenda speciale, difficile anche da descrivere, tante sono le sfaccettature emotive che la compongono, eppure quella che da queste pagine chiamiamo talvolta la ”triade adottiva”, qui sembra essersi ricomposta seguendo una logica naturale e istintiva, lontana da grandi discorsi, da fazioni e partiti, da posizioni ideologizzate, da domande inutili…….
Questa storia è stata resa possibile soltanto da due donne coraggiose e piene d' amore: l’una che non ha avuto paura di non essere più considerata Madre, l’altra che ha trovato la forza di superare mezzo secolo di segreti per poter ridiventare Madre.
Di uno stesso figlio, sincero, speciale e determinato.