Il brano che vi presento è tratto da un libro non specificamente rivolto ai figli adottivi, ma che esamina , in maniera approfondita, alcune delle paure che ci sono in ciascuno di noi, e che chi è stato sottoposto ad esperienze traumatiche potrebbe avvertire con maggiore intensità......La "cura" che viene suggerita dall'Autore sta nella consapevolezza della propria ferita e nel saperla individuare ed accogliere, riconoscere ed accettare di sentirla e di stare semplicemente con essa prima di agire compulsivamente secondo le modalità difensive che ciascuno di noi si è andato creando nel corso della vita......
Quando entriamo nel nostro mondo interiore di abbandono e privazione è come se entrassimo nel mondo di un bambino con un disperato bisigno di amore .........Questo spazio interiore contiene un panico così intenso che gran parte della vita è per molti un continuo tentativo di evitarlo.E' uno spazio che si apre ogni volta che qualcuno ci lascia o ci sentiamo isolati e soli........La paura dell'abbandono provoca un estremo terrore, poichè da bambini abbiamo vissuto esperienze - in seguito per lo più rimosse- che ci diedero la sensazione che non saremmo sopravvissuti.........Per lo più, finchè non si presenta un'esperienza di abbandono, non siamo in contatto con la profondità e l'intensità di questa paura.............
Non sapevo che stavo toccando una ferita primaria, nè sapevo cosa significasse "primario"
( primal)........L'origine della ferita è il ricordo di non avere ricevuto il nutrimento di cui avevamo bisogno, un ricordo che non rimanda a uno o più eventi specifici ,ma a una sorta di esperienza embrionale di vuoto negativo che il bambino anela disperatamente di riempire.Il dolore della ferita è nascosto sotto la superficie e, se non abbiamo consciamente deciso di accoglierlo, finiamo per entrare,automaticamente e compulsivamente, in compensazioni e assuefazioni per evitare di dentirlo.Possiamo diventare indifferenti,distanti e antidipendenti, o dolorosamente dipendenti..........In un modo o nell'altro stiamo compensando la terrificante paura di essere lasciati.